Michele Amoroso

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Protagonista della ricostruzione di Messina dopo il terremoto del 1908, Michele Amoroso nasce a Matera il 18 aprile 1882 dall'imprenditore edile Domenico e da Angela Tatarani. Dopo i primi studi in Basilicata si trasferisce a Napoli, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti presso il decoratore Gaetano D'Agostino. Alla scuola partenopea subisce l’influsso di Domenico Morelli e Vincenzo Gemito. Ritornato nella città natale sposa Matilde Giorgi, di Altamura, dalla quale avrà le figlie Angela e Adelaide e ottiene il suo primo incarico per a realizzazione dell’affresco della Chiesa Madre di Pisticci. Nel 1909 disegna l’etichetta dell’”Amaro lucano”, ancora oggi utilizzata per le bottiglie del noto distillato. Nel 1922 si trasferisce a Messina. Qui nascono i due figli: Domenico, futuro arcivescovo di Trapani, e Luigi, pittore e continuatore della bottega del padre. All’indomani del terremoto del 1908, quando cominciavano a pervenire i finanziamenti per la ricostruzione, Amoroso si distinse nelle opere decorative, ma anche nella realizzazione di edifici pubblici e privati. È di questo periodo la sua collaborazione alla realizzazione delle decorazioni in stucco per il Palazzo del Governo (Prefettura) progettato da Cesare Bazzani, e per quelle del Palazzo Tremi o del Gallo. Partecipa alla costruzione dell'Istituto del Sacro Cuore, del Convitto Buon Pastore a Boccetta e la Villa Vaccarino a Milazzo (i disegni delle decorazioni del soffitto si conservano a Messina presso il figlio Luigi). Decora il villino dell'industriale agrumario Eugenio De Pasquale a Contesse, dove realizza su tre pannelli una copia delle Nozze di Cana di Veronese, il Trionfo di Bacco e Arianna per il soffitto, e una Santa Cecilia, oltre a due dipinti allegorici, al ritratto della famiglia De Pascquale e ad una copia da Pietro da Cortona con “Romolo e Remo raccolti da Faustolo”. Fu anche attivo nelle decorazioni a tema religioso diffuse in molte delle chiese messinesi ricostruite ad opera dell’arcivescovo Angelo Pajno: Cattedrale dell'Archimandritato del Santissimo Salvatore (San Giuseppe e affreschi dell'abside), Sant'Elia (Immacolata, Madonna del Bosco), Santa Maria di Gesù Inferiore a Provinciale (Battesimo di Gesù, San Biagio), San Giovanni Decollato (Sacro Cuore). Per la Cattedrale di S. Agata Militello esegue tre pale d'altare. Per il palazzo comunale di messina realizzò una grande veduta della città (Messina vista da Rocca Guelfonia), oggi dispersa. Realizzò inoltre numerosi ritratti: fra questi si segnalano quelli dei familiari e di personaggi pubblici come il conte Carlo Sforza e lo statista e uomo politico Gaetano Martino. Nel 1944 partecipa con la grande tela La piccola vedetta lombarda (Messina, presso il nipote Michele) alla Mostra di pittura e scultura di artisti messinesi tenuta nei locali della Società Operaia. Per la sua perizia come modellatore ottiene dall'Amministrazione Comunale l'incarico di ricostruire le statue dei mitici progenitori della città Mata e Grifone (è sua la testa in gesso di Mata, oggi nel Municipio). Muore a Messina il 23 aprile 1970 all'età di 86 anni.

Bibliografia: G. Molonia, Michele Amoroso (Scheda biografica), in Gli anni dimenticati. Pittori a Messina tra Otto e Novecento, catalogo della mostra a cura di Gioacchino Barbera, Messina, Sicania, 1998.

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