Il Giardino degli Aquiloni - Panchine d'artista alla Fiera di Messina

Testo Ridotto: 

Nell’ambito delle manifestazioni proposte dall’Ordine degli Architetti con l’evento Archinotte, il 12 luglio 2013 un gruppo di artisti si è dato appuntamento alla Fiera di Messina per decorare e abbellire un gruppo di panchine, quale simbolo della riappropriazione di un luogo centrale all’interno della storia cittadina e ancora oggi non riscattato. Il “Giardino degli Aquiloni” è un progetto ideato e curato dall’architetto Teresa Cammara.

Testo Medio: 

Nell’ambito delle manifestazioni proposte dall’Ordine degli Architetti con l’evento Archinotte, il 12 luglio 2013 un gruppo di artisti si è dato appuntamento alla Fiera di Messina per decorare e abbellire un gruppo di panchine, quale simbolo della riappropriazione di un luogo centrale all’interno della storia cittadina e ancora oggi non riscattato.  Il “Giardino degli Aquiloni” è un progetto ideato e curato dall’architetto Teresa Cammara. Hanno partecipato all’iniziativa gli artisti: Concetta De Pasquale, Enzo Togo, Michele Cannaò, Guglielmo Bambino, Simone Caliò, Rosamaria Crupi, Antonello Bonanno Conti, Filippo De Mariano, Gianfranco Donato, Pippo Galipò, Giuseppe Geraci, Antonio Giocondo, Giuseppe Greco, Alessandra Lanese, Pietro Mantilla, Claudio Militi, Alvaro Occhipinti, Giuseppe Pittaccio, Andrea Reitano, Gigi Sansone, Pietro Serboli, Demetrio Scopelliti e Aurelio Valentini. Il loro intervento, da cogliere in un particolare momento della recente storia cittadina, è stato un grande regalo e un grosso contributo a quella riqualificazione dell’area fieristica che ancora stenta a decollare. Lo stesso presidente dell’Ordine degli Architetti, Pino Falzea, in quell’occasione ha dichiarato: “Questo è un luogo urbano negato alla città. Gli artisti sono per una città ‘aperta’ nella quali tutti hanno il loro spazio. E opportunamente sa a chi essere riconoscente. Ringraziamo i giovani del ’Pinelli’, ragazzi liberi che hanno acceso i riflettori su quest’area. I loro progetti ci hanno emozionato”[1]. Negli ultimi anni, la dinamica di fruizione degli spazi pubblici è stata al centro dell’interesse di artisti e studiosi. Un tema assolutamente centrale per i movimenti di tutto il mondo che assume, nel caso di Messina, una particolare rilevanza a causa della peculiare storia recente della città. Il terremoto del 1908 ha, infatti, reciso buona parte del legame della comunità messinese con la sua millenaria storia. La ricostruzione, specialmente a partire dagli anni ‘70 del Novecento, è stata particolarmente lesiva dei legami di Messina con la sua identità paesaggistica. L’architettura, quasi inesistente, è stata surclassata da un’edilizia di scarso pregio e dallo scellerato impatto urbanistico che ha contributo a recidere quel legame col mare già compromesso dalla progettazione della città post terremoto, e dall’edificazione della Stazione Centrale (1940) di Angelo Mazzoni.

 


[1] Dichiarazione riportata in Archinotte – Arte e Spettacoli per la riqualificazione dell’ex area fieristica di Messina, 14/07/2013 in http://www.scomunicando.it/notizie/archinotte-2013-arte-e-spettacoli-per...

 

Testo Esteso: 

Nell’ambito delle manifestazioni proposte dall’Ordine degli Architetti con l’evento Archinotte, il 12 luglio 2013 un gruppo di artisti si è dato appuntamento alla Fiera di Messina per decorare e abbellire un gruppo di panchine, quale simbolo della riappropriazione di un luogo centrale all’interno della storia cittadina e ancora oggi non riscattato.  Il “Giardino degli Aquiloni” è un progetto ideato e curato dall’architetto Teresa Cammara. Hanno partecipato all’iniziativa gli artisti: Concetta De Pasquale, Enzo Togo, Michele Cannaò, Guglielmo Bambino, Simone Caliò, Rosamaria Crupi, Antonello Bonanno Conti, Filippo De Mariano, Gianfranco Donato, Pippo Galipò, Giuseppe Geraci, Antonio Giocondo, Giuseppe Greco, Alessandra Lanese, Pietro Mantilla, Claudio Militi, Alvaro Occhipinti, Giuseppe Pittaccio, Andrea Reitano, Gigi Sansone, Pietro Serboli, Demetrio Scopelliti e Aurelio Valentini. Il loro intervento, da cogliere in un particolare momento della recente storia cittadina, è stato un grande regalo e un grosso contributo a quella riqualificazione dell’area fieristica che ancora stenta a decollare. Lo stesso presidente dell’Ordine degli Architetti, Pino Falzea, in quell’occasione ha dichiarato: “Questo è un luogo urbano negato alla città. Gli artisti sono per una città ‘aperta’ nella quali tutti hanno il loro spazio. E opportunamente sa a chi essere riconoscente. Ringraziamo i giovani del ’Pinelli’, ragazzi liberi che hanno acceso i riflettori su quest’area. I loro progetti ci hanno emozionato”[1]. Negli ultimi anni, la dinamica di fruizione degli spazi pubblici è stata al centro dell’interesse di artisti e studiosi. Un tema assolutamente centrale per i movimenti di tutto il mondo che assume, nel caso di Messina, una particolare rilevanza a causa della peculiare storia recente della città. Il terremoto del 1908 ha, infatti, reciso buona parte del legame della comunità messinese con la sua millenaria storia. La ricostruzione, specialmente a partire dagli anni ‘70 del Novecento, è stata particolarmente lesiva dei legami di Messina con la sua identità paesaggistica. L’architettura, quasi inesistente, è stata surclassata da un’edilizia di scarso pregio e dallo scellerato impatto urbanistico che ha contributo a recidere quel legame col mare già compromesso dalla progettazione della città post terremoto, e dall’edificazione della Stazione Centrale (1940) di Angelo Mazzoni. In questo senso, proprio le panchine d’artista rivestono un particolare significato. Innanzitutto perché le panchine non son un elemento d’arredo urbano particolarmente presente in città. Gli spazi di socialità sono relegati a piccole porzioni del tessuto urbano del centro, mentre interi quartieri non hanno neanche una pubblica piazza (villaggio Annunziata). La panchina è un luogo di meditazione, di fruizione individuale, e insieme comunitaria, di uno spazio aperto e comune quale, ancora oggi, non è da considerarsi la Fiera di Messina, storico salotto buono del capoluogo peloritano. Gli interventi degli artisti, gratuiti e del tutto volontari, hanno rivestito questo spazio di un linguaggio poetico ed emozionante, del tutto assente nell’area fatiscente e degradata della Fiera.  Questo regalo alla comunità precede le intuizioni e le iniziative di Distrart – Il Distretto d’arte urbana promosso dal Comune di Messina nel 2015, e più in generale, è da considerarsi come la piena manifestazione di quella volontà di riqualificazione urbana che la comunità manifesta da diversi anni senza trovare un definitivo supporto negli attori economici cittadini, rigidamente ancorati a logiche novecentesche del tutto indifferenti alle istanze culturali e identitarie necessaria alla piena maturazione del nostro territorio.

 


[1] Dichiarazione riportata in Archinotte – Arte e Spettacoli per la riqualificazione dell’ex area fieristica di Messina, 14/07/2013 in http://www.scomunicando.it/notizie/archinotte-2013-arte-e-spettacoli-per...

 

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