Mimmo Gusmano

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Mimmo Gusmano è nato a Messina nel 1943. Nei primi anni ’60 si trasferisce a Torino, entrando in contatto con la pittura sintetico astratta di Mario Davico e l’arte di Mario Calandri, uno dei maggiori incisori italiani del XX secolo. Gusmano vive il capoluogo piemontese all’epoca dell’exploit dell’arte povera (1964), ma ne rimane distante, sviluppando un suo personale approccio, artigianale, da “orefice”[1], che lo riconnette sia alle origini territoriali della sua arte, sia al grande discorso della classicità, del mito e della poesia insita negli oggetti: “Se attribuiamo valore e amore a oggetti misteriosi o anonimi è perché quegli oggetti hanno comunque una ragione di esistere; e se un frammento o un oggetto ancora oggi sanno sedurci, è perché essi dovevano fatalmente continuare a esistere”[2].

 


[1] “Si tratta allora, per queste opere che, per ammissione stessa dell’autore nascevano come oggetti di oreficeria ingranditi, di evitare a loro volta il decadimento in forme ornamentali.”. in Mimmo Gusmano. Opere: 1962 – 1969, a cura di Franco Fanelli, Torino, 2007, p.10.

[2] Ibidem, p. 14.

 

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