I Gargano, pupari messinesi

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Ultima famiglia di “pupari” sopravvissuta a Messina, quella dei Gargano prosegue una tradizione ottocentesca giunta, oggi, alla quinta generazione. L’attività della famiglia Gargano inizia dal trisavolo Venerando, nato nel 1811, uomo di grande cultura appassionato di letteratura cavalleresca che, dalla propria personale collezione di pupi, fa scaturire un vero e proprio mestiere, cimentandosi a costruirli e tramandando al figlio la maestria e l’amore per l’“opra”, forma di intrattenimento tradizionalmente diffusa nel meridione. Le origini dei Gargano si collocano ad Acireale, dove Venerando instaura importanti rapporti di collaborazione e reciproca stima con i primi pupari dell’epoca, quali Crimi, Grasso e Cantone. Il figlio, don Rosario, comincia giovanissimo a lavorare con il padre e neanche diciottenne compone la saga del “Belisario da Messana”, evocando l’eroe messinese che difende la città dall’invasione turca grazie agli interventi della Madonna della Lettera, venerata in città. Nel 1880 viene chiamato da Angelo Grasso per prestare la sua voce ai pupi saraceni, ma ben presto don Rosario apre i propri teatri tra Giarre, Caltagirone e Acireale, raggiungendo una certa fama e arricchendo la saga del Belisario, che alla fine sarà costituita da ben 99 storie. Nel 1912 si trasferisce a Messina dove, con Ninì Calabrese, apre prima il “Teatro Nuovo” e poi, nel 1920, staccatosi da Calabrese, fonda insieme al figlio Venerando un nuovo teatro, proseguendo la propria attività sino al 1935, quando si ritira dal magico mondo dell’“opra” per problemi di salute, lasciando in eredità l’amore e la maestria per questa forma artistica a Venerando, che aveva già intrapreso magistralmente lo stesso percorso. Venerando Gargano (1905-1978), nominato Cavaliere dal re per i suoi meriti come puparo, apre diversi teatri nella città, nella zona di Camaro, nel Viale Giostra e a Provinciale. Definito come il più grande puparo del suo tempo, anche per la sua inventiva scenografica, per la realizzazione di particolari personaggi e per l’introduzione di effetti speciali, sul suo conto fioriscono molte leggende, come quella secondo la quale la sua voce, durante uno spettacolo, viene addirittura sentita sulle navi traghetto in transito sullo Stretto. In questa epoca d’oro per il teatro dei pupi a Messina, il cav. Venerando è protagonista del “Ferragosto messinese” con uno spettacolo allestito davanti a 24.000 spettatori, su un enorme palco a Piazza Municipio, ed è il primo puparo ad approdare al Teatro antico di Taormina, aperto eccezionalmente ad uno spettacolo dell’Opera dei pupi. A lavorare con lui, il figlio Rosario, insieme al quale realizza le armature cromate che danno ancora più pregio ai pupi. Su questa stagione il sipario cala tragicamente nel 1964, con un incendio che distrugge l’“Arena Gargano” e i suoi pupi bruciando, con una grossa parte delle preziose creazioni, anche molti supporti scenici, tra cui le scene dipinte, comprese quelle del celebre pittore Vasta. Fuori da un Teatro stabile, che da quel momento non ci sarà più a Messina, l’attività dei Gargano prosegue negli anni con esibizioni itineranti, a Messina, in giro per la Sicilia e fuori dai confini isolani, attraverso spettacoli, festival e kermesse. A proseguirla, con l’apprezzamento del pubblico e diversi riconoscimenti, è il maestro Rosario Gargano (1933-2000), dapprima con il padre e in seguito da solo, sino a quando saranno i figli Venerando, Giorgio e Rosaria ad ereditarne passione e tenacia, con l’obiettivo di valorizzare la memoria storica e la pratica artistica dell’antica “opra” siciliana e mantenere vivo questo genere artistico, tutelato dall’Unesco in quanto patrimonio immateriale dell’Umanità.

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