Michele Cascella: La Sicilia al centro dell'Impero,1938.

Testo Ridotto: 

Il mosaico accoglie il viaggiatore che, un tempo, attraversava il lungo corridoio “a ponte” sopra i binari per guadagnare l’uscita dalla Stazione Marittima di Messina o per imbarcarsi attraverso le invasature delle navi traghetto. Sigillo artistico al progetto di Angelo Mazzoni ( Bologna, 1894 – Roma, 1979 ),il mosaico è un insieme un manifesto della propaganda fascista ma anche una colorata celebrazione della bellezza dell’Isola.

Testo Medio: 
Il mosaico accoglie il viaggiatore che, un tempo, attraversava il lungo corridoio “a ponte” sopra i binari per guadagnare l’uscita dalla Stazione Marittima di Messina o per imbarcarsi attraverso le invasature delle navi traghetto. Sigillo artistico al progetto di Angelo Mazzoni ( Bologna, 1894 – Roma, 1979 ), dall’architetto stesso fortemente voluto, il mosaico è un insieme un manifesto della propaganda fascista ma anche una celebrazione colorata e primaverile della bellezza e della storia dell’Isola.
Per completare l’opera Cascella si avvalse della collaborazione del padre Basilio e del fratello Tommaso, entrambi valenti artisti. La sua realizzazione fu piuttosto repentina.  Nel 1938 Michele    Cascella appronta il grande cartone poi esso venne tradotto nelle tessere colorate in pasta vitrea dall’Opificio delle Pietre Dure della Scuola del Mosaico della Reverenda Fabbrica di San Pietro, in Vaticano. Le tessere, quindi, furono applicate da maestranze specializzate alle pareti del salone, così come era avvenuto pochi anni prima con i mosaici del Bargellini nel Duomo, permettendo d’inaugurare l’opera appena un mese dopo l’apertura ufficiale dell’importante scalo ferroviario. Al centro della composizione Mussolini sul podio – prua, molto simile a quella immortalata dai fotografi in occasione del suo discorso tenuto a Piazza Municipio il 10 Agosto del 1937. Il Mussolini – ufficiale di Marina arringa la folla con un gesto magniloquente. Avanti i Fasci Littori, seguiti da contadini, operai, soldati e gente comune. La scena è inventata, ma rievoca i contorni del viaggio del 1937, quando Mussolini sbarcato a Palermo dichiarò di voler “Innalzare la Sicilia all’onere di essere il centro dell’Impero”. Pure inventato il paesaggio, che è, in realtà, una sorta di cartolina composita, un manifesto pubblicitario della Sicilia e delle sue bellezze. Pure il duce sembra più rilassato, meno impettito, quasi in vacanza. L’Etna, promontori, isole minori, agavi e fichi d’India fanno da cornice alla scena.
Testo Esteso: 
Il mosaico accoglie il viaggiatore che, un tempo, attraversava il lungo corridoio “a ponte” sopra i binari per guadagnare l’uscita dalla Stazione Marittima di Messina o per imbarcarsi attraverso le invasature delle navi traghetto. Sigillo artistico al progetto di Angelo Mazzoni ( Bologna, 1894 – Roma, 1979 ), dall’architetto stesso fortemente voluto, il mosaico è un insieme un manifesto della propaganda fascista ma anche una celebrazione colorata e primaverile della bellezza e della storia dell’Isola.
Per completare l’opera Cascella si avvalse della collaborazione del padre Basilio e del fratello Tommaso, entrambi valenti artisti. La sua realizzazione fu piuttosto repentina.  Nel 1938 Michele    Cascella appronta il grande cartone poi esso venne tradotto nelle tessere colorate in pasta vitrea dall’Opificio delle Pietre Dure della Scuola del Mosaico della Reverenda Fabbrica di San Pietro, in Vaticano. Le tessere, quindi, furono applicate da maestranze specializzate alle pareti del salone, così come era avvenuto pochi anni prima con i mosaici del Bargellini nel Duomo, permettendo d’inaugurare l’opera appena un mese dopo l’apertura ufficiale dell’importante scalo ferroviario. Al centro della composizione Mussolini sul podio – prua, molto simile a quella immortalata dai fotografi in occasione del suo discorso tenuto a Piazza Municipio il 10 Agosto del 1937. Il Mussolini – ufficiale di Marina arringa la folla con un gesto magniloquente. Avanti i Fasci Littori, seguiti da contadini, operai, soldati e gente comune. La scena è inventata, ma rievoca i contorni del viaggio del 1937, quando Mussolini sbarcato a Palermo dichiarò di voler “Innalzare la Sicilia all’onere di essere il centro dell’Impero”. Pure inventato il paesaggio, che è, in realtà, una sorta di cartolina composita, un manifesto pubblicitario della Sicilia e delle sue bellezze. Il duce sembra più rilassato, meno impettito, quasi in vacanza. L’Etna,  promontori, isole minori, agavi e fichi d’India fanno da cornice alla scena. A destra del pannello centrale, una donna vestita all’antica, quasi immersa in un cespuglio rigoglioso, avanza verso lo spettatore. E’ la Sicilia, dietro di lei i Garibaldini nella battaglia di Calatafimi. Poi ancora pescatori e una squadriglia di idrovolanti che sorveglia lo Stretto. A sinistra del pannello centrale, invece, si apre una suggestiva composizione classicheggiante con le vedute dei templi di Giunone e della Concordia ad Agrigento, i cavalieri normanni e una scena dei Vespri. Insomma, il mosaico è un piccolo film sulla complessa e avvincente storia siciliana. Tuttavia, la narrazione curva al centro, dove il culmine figurativo e narrativo è rappresentato dalla magniloquente sagoma di Mussolini. La serietà del manifesto propagandistico è stemperata dallo stile impressionistico dei Cascella. Alberi, fiori, frutti, mari, vulcani e montagne, sono orchestrati dall’artista secondo una misurata energia cromatica che s’illumina nelle fioriture della flora, nei tratti nobili e insiemi gentili delle donne in primo piano. Per ovvie ragioni, questo ingentilimento cromatico è subordinato da una visione generale impostazione arcaicizzante, tendenza di tutta l’arte murale fascista, e da interventi iconografici che oggi appaiono infantili, come nel  caso della minacciosa truppa che avanza tra le due figure femminili, quasi a censurare un idillio troppo femmineo. D’altra parte il tono celebrativo e retorico, per la gran materia raccontata, non sembra possa accostarsi agli ultra ieratici mosaici del già citato Bargellini, o all’affresco, mentale e pietroso, di Sironi nell’Aula Magna de La Sapienza (1935). Cascella, pittore sempre interessato al dato naturale, è qui popolaresco e militare come il teatro dell’Opera dei Pupi. Ogni cosa è abbondante, colorata, calda e disordinata, come le impressioni di un viaggiatore appena sbarcato dal ferry boat. La parte centrale del mosaico è, a oggi, quel meglio conservata, mentre a causa di scellerati atti vandalici diversi danni sono stati inflitti in varie zone della grande opera. Per queste ragioni, il mosaico è stato oggetto di tre interventi di restauro: uno nel 1997, il secondo, più incisivo e completo, nel 2004, e il terzo nel 2006 per la messa in sicurezza architettonica del salone. Oggi l’ambiente è raramente attraversato dai viaggiatori, che preferiscono imbarcarsi direttamente dall’invasatura, mentre ospita gruppi di giovani amanti della musica e della danza hip hop. 
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