Antonio Bonfiglio: Monumento all'ammiraglio Luigi Rizzo, 1965.

Testo Ridotto: 

Il monumento all’ammiraglio Luigi Rizzo (Milazzo 1887 – Roma 1851) fu realizzato da Antonio Bonfiglio nel 1965 su commissione della Regione Sicilia per la città di Milazzo. Figura emblematica di ardimentoso, le sue azioni durante la prima  guerra mondiale furono numerose e spettacolari, motivo di due medaglie d’oro al valor militare, quattro medaglie d’argento e un’ininterrotta fama testimoniata anche dalla dedica, presso il Museo Storico Navale di Venezia, di una sala a lui dedicata.

Testo Medio: 

Il monumento all’ammiraglio Luigi Rizzo (Milazzo 1887 – Roma 1851) fu realizzato da Antonio Bonfiglio nel 1965 su commissione della Regione Sicilia per la città di Milazzo. Figura emblematica di ardimentoso, le sue azioni durante la prima  guerra mondiale furono numerose e spettacolari, motivo di due medaglie d’oro al valor militare, quattro medaglie d’argento e un’ininterrotta fama testimoniata anche dalla dedica, presso il Museo Storico Navale di Venezia, di una sala a lui dedicata. Il monumento inaugurato il 27 giugno del 1965 venne realizzato dall’artista, settantenne, dopo l’assegnazione della commissione tramite pubblico concorso.  Al concorso, bandito tre anni prima, partecipò anche lo scultore Antonino Teramo, maestro di Castroreale, il cui bozzetto fu lapidariamente messo fuori gioco dal giudizio degli incaricati alla valutazione.  L’esiguità del rimborso spese assegnato ai partecipanti, cento mila lire, un milione per Bonfiglio vincitore, scatenò un polverone di proteste giornalistiche che chiedevano il coinvolgimento di autori di primissimo piano nel panorama dell’arte contemporanea del tempo. Tuttavia, contestualmente alla fusione del bronzo, avvenuta nel 1964 presumibilmente alla Fonderia Artistica di Giacomo di Napoli, il comune predisponeva lo spazio urbano per la collocazione del monumento presso la piazza dedicata a Francesco Crispi, di fronte al palazzo dell’istituzione mamertina, in prossimità del mare tanto amato da Luigi Rizzo. La scultura venne posta su un ampio basamento in granito rosso che s’imposta su una superficie gradonata di marmo in travertino, così come previsto dal Bonfiglio in sede progettuale, con la sola differenza che dei due bassorilievi in marmo previsti venne realizzato solo quello con una scena di attacco navale con le date di due imprese dell’ammiraglio: l’affondamento dell’incrociatore Wien nel porto di Trieste, e quello della corazzata Szent Istvàn presso l’isola di Premuda.

Testo Esteso: 

Il monumento all’ammiraglio Luigi Rizzo (Milazzo 1887 – Roma 1851) fu realizzato da Antonio Bonfiglio nel 1965 su commissione della Regione Sicilia per la città di Milazzo. Figura emblematica di ardimentoso, le sue azioni durante la prima  guerra mondiale furono numerose e spettacolari, motivo di due medaglie d’oro al valor militare, quattro medaglie d’argento e un’ininterrotta fama testimoniata anche dalla dedica, presso il Museo Storico Navale di Venezia, di una sala a lui dedicata. Il monumento inaugurato il 27 giugno del 1965 venne realizzato dall’artista, settantenne, dopo l’assegnazione della commissione tramite pubblico concorso.  Al concorso, bandito tre anni prima, partecipò anche lo scultore Antonino Teramo, maestro di Castroreale, il cui bozzetto fu lapidariamente messo fuori gioco dal giudizio degli incaricati alla valutazione.  L’esiguità del rimborso spese assegnato ai partecipanti, cento mila lire, un milione per Bonfiglio vincitore, scatenò un polverone di proteste giornalistiche che chiedevano il coinvolgimento di autori di primissimo piano nel panorama dell’arte contemporanea del tempo. Tuttavia, contestualmente alla fusione del bronzo, avvenuta nel 1964 presumibilmente alla Fonderia Artistica di Giacomo di Napoli, il comune predisponeva lo spazio urbano per la collocazione del monumento presso la piazza dedicata a Francesco Crispi, di fronte al palazzo dell’istituzione mamertina, in prossimità del mare tanto amato da Luigi Rizzo. La scultura venne posta su un ampio basamento in granito rosso che s’imposta su una superficie gradonata di marmo in travertino, così come previsto dal Bonfiglio in sede progettuale, con la sola differenza che dei due bassorilievi in marmo previsti venne realizzato solo quello con una scena di attacco navale con le date di due imprese dell’ammiraglio: l’affondamento dell’incrociatore Wien nel porto di Trieste, e quello della corazzata Szent Istvàn presso l’isola di Premuda. “Ho voluto rappresentare l’Eroe che in atteggiamento di slancio aggressivo lancia il siluro – o meglio ordina il lancio – che colpirà infallibilmente la nave nemica. Ho voluto concepire questo monumento in stile antiretorico accessibile a tutti e non ai pochi…iniziati”[1]. Con queste parole Bonfiglio illustra le motivazioni del monumento, rafforzando l’impressione naturale di questo intenso e dinamico ritratto bronzeo. L’artista, conoscendo bene la fortunata fama di Rizzo, aveva proposto alla commissione una versione alternativa del monumento con la figura dell’ammiraglio nell’atto di scagliare una freccia dall’arco. Un’iconografia che gli era venuta per lo studio a tutto tondo della figura di Rizzo e che includeva anche una poesia, la Canzone del sagittario, dedicata dal poeta Arturo Insigna all’eroe siciliano nel 1918: “Sagittario azzurro e insonne, alato più del gorgo e dello zoccolo e della raffica”.  Tuttavia questo secondo bozzetto venne scartato a favore dell’icastico monumento, restaurato nel 2015 da Marianna Saporito sotto la supervisione di Luigi Giacobbe, funzionario della Soprintendenza di Messina curatore di una monografia sull’opera che apre nuovi scenari di ricerca su Bonfiglio, autore prolifico quanto non ancora integralmente studiato.  La peculiarità del monumento a Luigi Rizzo è stata messa in relazione da Caterina Di Giacomo (2008) agli esiti della scultura di Giuseppe Mazzullo, e in particolare al Monumento ai caduti di Viareggio realizzato nel 1927 nella cittadini emiliana da Domenico Rambelli (Faenza, 1886 – Roma, 1972). La scultura di Bonfiglio, alta 2, 50 metri è stata realizzata in parte separate poi assemblate a freddo, la cui patinatura finale è stata ottenuta con interventi a freddo e a caldo e con l’uso di acidi vari. L’eroe è qui rappresentato in semplici vesti di mariano, secondo quell’anti eroicità dichiarata dal Bonfiglio e nel solco di quel dialogo personale con la figura e con quell’adesione alla realtà umana che contraddistingue tutta la produzione dello scultore messinese.  

 


[1] Luigi Rizzo. Il restauro del Monumento di Antonio Bonfiglio a Milazzo. 1965 – 2015, a cura di Luigi Giacobbe, Tipografia Lombardo, Milazzo, 2015, p.21. 

 

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