Foto Profilo Giorgio La Pira
Figura multiforme, celebrata per l’intenso impegno politico e religioso, quella di Giorgio La Pira è una delle personalità legate alla cultura messinese negli anni che vanno dal 1914 al 1926, ai quali risale il suo soggiorno stabile nella città dello Stretto. Da Pozzallo, dove era nato nel 1904, il giovane La Pira si trasferisce a Messina per poter proseguire gli studi, ospite presso lo zio Luigi Occhipinti, titolare di un’azienda commerciale nella quale si impiega dopo aver ottenuto, nel 1921, il diploma di ragioniere; intanto, sotto la guida del prof. F. Rampolla del Tindaro, prepara l’esame per la maturità classica, che consegue nel 1922. In quel periodo stringe amicizia con Quasimodo e Pugliatti, frequentando i circoli futuristi e collaborando al clima intellettuale cittadino con articoli e altri scritti. Il percorso accademico e quello spirituale si intrecciano sempre più strettamente, sotto l’influsso di maestri e guide che segnano l’itinerario esistenziale di La Pira. Nel novembre 1922 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza di Messina, trasferendosi quattro anni più tardi a Firenze, dove si laurea; nel frattempo a Messina, nel 1925, diviene terziario domenicano con il nome di fra’ Raimondo, nel primo nucleo di terziari fondato da Enrico de Vita. Nei primi anni Trenta a Firenze la sua vita si caratterizza per l’impegno scientifico – legato soprattutto al mondo del diritto –, ecclesiale e politico, sempre più ispirato alle istanze di un cattolicesimo sociale e sostenuto dai pilastri della sua formazione umana e culturale, che saranno evidenti anche nelle cariche ricoperte nell’alveo della Dc, tra cui quella di sindaco di Firenze, nel 1951 e poi, per un altro anno ancora, nel 1956. Firenze, dove La Pira muore nel 1977, rimane legata alla sua figura di “sindaco santo”, come lo indicano alcuni, da un rapporto profondo e singolare; la sua causa di Beatificazione è stata aperta nel 1986; a fine ottobre 2007, in previsione del trentennale della sua morte, le sue spoglie sono state traslate nella chiesa fiorentina di San Marco.