Acqualadrone

Title: 
Acqualadrone
Testo Ridotto: 

Ambientati in un antico villaggio di pescatori, da cui prende nome l’intera raccolta, i racconti di Acqualadrone di Eugenio Vitarelli evocano il mondo delle contrade marinare dello Stretto, attraverso i suoi luoghi e i suoi protagonisti, le sue memorie e i suoi miti. Uscita per la prima volta nel 1988, la raccolta è stata ripubblicata nel 2013 dalla casa editrice messinese Mesogea, con l’aggiunta del racconto La chiurma, apparso nel 1992.   

Testo Medio: 

Ambientati in un antico villaggio di pescatori, da cui prende nome l’intera raccolta, i racconti di Acqualadrone di Eugenio Vitarelli descrivono il mondo delle contrade marinare dello Stretto, attraverso i suoi luoghi e i suoi protagonisti. All’interno di questa piccola comunità, inquadrata nella transizione da una società tradizionale, fondata sulla vita di mare, all’irrompere della modernità, con nuovi costumi e abitudini, l’io narrante registra una coralità di voci che raccontano il passaggio generazionale tra i vecchi e i giovani di pirandelliana memoria. Il villaggio e il mare sono infatti i poli privilegiati di una scrittura che si nutre del potente immaginario simbolico condensato attorno alle acque del Tirreno e dello Jonio, scenario favoloso di storie e leggende, ma anche orizzonte mutevole e, talvolta, minaccioso. Custode di questo universo, fatto di ideali, memorie e riti dal sapore ancestrale è Cosmo, protagonista chiave della narrazione di Vitarelli, il vecchio pescatore del villaggio attorno al quale si muove l’umanità varia di personaggi che animano l’azione. I racconti, intrecciati al punto da configurarsi come una sorta di romanzo sentimentale dedicato dall’autore a questo lembo di terra, formano i capitoli di una avventura letteraria che attinge continuamente dalla evocazione dei luoghi, come rivelano le tappe dell’itinerario narrativo di Vitarelli, scrittore rimasto perlopiù ai margini dell’attenzione del mondo editoriale e della critica. Uscita per la prima volta nel 1988, la raccolta è stata ripubblicata nel 2013 dalla casa editrice messinese Mesogea, con l’aggiunta del racconto La chiurma, apparso nel 1992. 

Testo Esteso: 
Ambientati in un antico villaggio di pescatori, da cui prende nome l’intera raccolta, i racconti di Acqualadrone di Eugenio Vitarelli descrivono il mondo delle contrade marinare dello Stretto, attraverso i suoi luoghi e i suoi protagonisti. All’interno di questa piccola comunità, inquadrata nella transizione da una società tradizionale, fondata sulla vita di mare, all’irrompere della modernità, con nuovi costumi e abitudini, l’io narrante registra una coralità di voci che raccontano il passaggio generazionale tra i vecchi e i giovani di pirandelliana memoria. Il villaggio e il mare sono infatti i poli privilegiati di una scrittura che si nutre del potente immaginario simbolico condensato attorno alle acque del Tirreno e dello Jonio, scenario favoloso di storie e leggende, ma anche orizzonte mutevole e, talvolta, minaccioso. Custode di questo universo, fatto di ideali, memorie e riti dal sapore ancestrale è Cosmo, protagonista chiave della narrazione di Vitarelli, il vecchio pescatore del villaggio attorno al quale si muove l’umanità varia di personaggi che animano l’azione. I racconti, intrecciati al punto da configurarsi come una sorta di romanzo sentimentale dedicato dall’autore a questo lembo di terra, formano i capitoli di una avventura letteraria che attinge continuamente dalla evocazione dei luoghi, come rivelano le tappe dell’itinerario narrativo di Vitarelli, scrittore rimasto perlopiù ai margini dell’attenzione del mondo editoriale e della critica. Tra coloro che ne intuirono il talento c’è Leonardo Sciascia, che firma la prefazione a Placida, romanzo d’esordio pubblicato da Mondadori nel 1983 e, più tardi, nel risvolto di copertina della prima edizione della raccolta Acqualadrone (Theoria, 1988), ne mette in luce la singolarità, spesso non compresa dalla stessa editoria italiana: «Ma è da dire che il suo non è un caso strano e isolato: rientra nel fenomeno, dal Gattopardo in poi in Italia piuttosto ingente, di una letteratura che si può dire “giovane” fatta da scrittori che approdano al mondo editoriale tra i cinquanta e i sessant’anni. il che dovrebbe ormai costituirsi, per gli editori, in retrospettivo e, nell’oggi attivo, esame, se non di coscienza, di organizzazione».
Interpretandolo come unico, lungo, racconto di mare, realistico e insieme fantasioso, Sciascia legge nella raccolta di Vitarelli le caratteristiche proprie del mare di Messina, pieno di miraggi e di miti: lo stesso mare che ispira tra gli altri, con connotazioni stilistiche diametralmente opposte, Stefano D’Arrigo e il suo Horcynus Orca. Dal Tomasi di Lampedusa di Lighea al Verga de I Malavoglia, il mare e i suoi arcani misteri, indagati da Vitarelli con la misura breve del racconto, costituisce d’altra parte il fil rouge in grado di collegare esperienze letterarie che, del rapporto tra l’uomo e la natura, la volontà e il destino, la tradizione e il progresso, riflettono le infinite sfaccettature, narrate, come avviene nello scrittore messinese, a partire da una piccola comunità di uomini. Dopo questa prima edizione, il volume è stato ripubblicato nel 2013, con l’aggiunta del racconto La chiurma, dalla casa editrice messinese Mesogea, nella prospettiva della riscoperta di una delle voci più originali della letteratura dello Stretto. Quest’ultimo racconto è stato adattato e portato in scena da Maurizio Marchetti nel 2002, mentre altri brani di Acqualadrone sono stati letti dall’attore Luigi Lo Cascio in occasione dell’edizione 2014 del “SabirFest”, evento messinese dedicato al Mediterraneo.
 
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