Messina Santa - Percorso Devozionale

La tradizione vuole che la Vergine in persona abbia scritto una lettera “a protezione” dei messinesi. Il percorso devozionale è un piccolo viaggio tra le chiese e i monumenti che ancora oggi mantengono viva questa tradizione.

Chiesa di S. Giuseppe

Una chiesa dedicata a San Giuseppe era stata eretta non lontano da qui nel 1488, per volontà dalla confraternita dei Falegnami. Ricca di opere d'arte, fu in parte risparmiata dal terremoto ma successivamente fu espropriata. I confratelli decisero di erigerla in questo luogo, inaugurandola nel 1938. La chiesa conserva al suo interno un gruppo scultoreo con "San Giuseppe e il Bambino", in legno, probabilmente opera di Letterio Buceti, successivamente rivestito da una lamina d'argento. Nel 1950 la chiesa è stata decorata da apparati in stucco che ne hanno alterato il disegno originario.

S. Maria delle Trombe

Il suo nome inusuale deriva dalla presenza nelle vicinanze delle tubazioni dell'acquedotto. Eretta nel 1626 da Padre Antonio Fermo da Gesso, nel corso del tempo si era arricchita di un’abbondante decorazione barocca, frutto delle cospicue donazioni della confraternita omonima. Ricostruita nel 1918, a dieci anni dal grande terremoto, presenta un'unica piccola navata con un altare in tarsie marmoree. Al suo interno insistono due tavole raffiguranti Sant'Ignazio e San Filippo Neri attribuite a Filippo Paladino (1691 – 1743). La chiesa custodisce anche un “Bambinello” in cera, un tempo custodito nella chiesa di S. Gioacchino, e oggetto di una lunga tradizione di devozione popolare.

San Paolino degli Ortolani

La chiesa di San Paolino, fortunatamente scampata ai terremoti del 1783 e del 1908, fu eretta per volontà della confraternita degli ortolani alla fine del ‘500. Tuttavia, durante la ricostruzione post sisma la chiesa fu fortemente rimaneggiata, con l’arretramento della facciata. Oggi conserva gli affreschi di Giovanni Tuccari (1667-1743) con “Sant’Isidoro”, “Supplica di San Paolino”, “Santo ortolano e confrati”, “I santi Angeli Custodi”, mentre a Letterio Subba (1787-1868) spetta la paternità della “Storia della vita di San Paolino”. Bellissime anche le tarsie marmoree dell’altare maggiore su cui insiste la bella pala di Giovanni Battista Quagliata (1603–1673) con “San Paolino, la Vergine e sullo sfondo gli orti della Maddalena”.

Edicola dell'Ecce Homo

L’edicola dedicata all’Ecce Homo, posta in un angolo dell’isolato 291 di Via Cavour risale al 1925.  Questa icona però era posta su un edificio precedente al terremoto del 1908 e, dopo il disastro, fu conservata da Salvatore Pellicciotto per sua devozione che nel 1925 ne promosse il rifacimento con un motivo a bassorilievo, che fu scolpito da Rosario Genitore all’angolo della propria casa. Questa edicola consta di una mensola modanata, al di sotto della quale sono presenti dei festoni con frutta e fiori. La mensola regge un tondo con l’immagine sacra scolpita da altorilievo che è contornata da un motivo neobarocco.  Al di sopra di tale tondo due angioletti concludono la composizione

Edicola della Madonna della Condolazione

L’edicola della Madonna della Consolazione è posta sulla facciata di un edificio degli anni ’20, alle pendici della collina sulla quale sorge il Forte Castellaccio, in località Vallone Castellaccio. Consta di una nicchia che misura circa 40×50cm contenuta in un’edicola delle dimensioni di 120x160cm.  I materiali che la costituiscono sono malte di cemento ed intonaci cementizi. L’edicola si compone di una mensola modanata sulla quale poggiano due colonnine tortili con capitelli decorati a foglietta che reggono un architrave modanato, dotato di un frontone semicircolare nella cui lunetta trova posto una figura in bassorilievo. La nicchia ricavata nello spessore del muro è evidenziata da una cornice con testine di angioletti alati negli angoli e contiene un dipinto murale che raffigura la Madonna della Consolazione con i santi Giovanni e Giacomo.

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