Messina di Marmo - Percorso scultoreo

La città di Messina è stata riccamente abbellita durante la sua prolifica storia. Dall’allievo di Michelangelo, Giovannangelo Montorsoli agli epici episodi della scultura del Novecento, Messina di Marmo è un viaggio monumentale intorno ai capolavori di quest’arte di pietra e bronzo.

La Fontana di Orione

La fontana celebra la costruzione dell' acquedotto pubblico della città, ideato da Francesco La Cameola nel 1530 e inaugurato solennemente nel 1547. Il maestoso gruppo scultoreo venne realizzato da Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo, forse su programma iconografico ideato dall’umanista e scienziato Francesco Maurolico, tra il 1551 e il 1553. Presenta una struttura piramidale con in alto Orione, mitico fondatore della città, con il cane Sirio. Sotto di esso, quattro puttini cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nella tazza sottostante. La prima tazza è sostenuta da un bellissimo gruppo di Naiadi, mentre la seconda è retta da uno splendido gruppo di Tritoni. La grande vasca dodecagonale è sormontata da quattro statue raffiguranti: Il Nilo, il Tevere, L' Ebro e il Camaro, il fiume che alimentava l' acquedotto civico. Otto mostri acquatici in pietra lavica adornano la vasca, mentre al Maurolico appartengono i distici latini incisi sopra i bassorilievi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.

Fontana del Nettuno

Fu realizzata da Giovannangelo Montorsoli nel 1557, la seconda commissionatagli dal Senato cittadino dopo quella realizzata a Piazza Duomo nel 1553. Originariamente l' opera si trovava di fronte al Palazzo del Municipio con il dio che rivolgeva la sua protezione verso la città e le spalle rivolte al mare, diversamente dalla sua collocazione odierna. Sia la Scilla, sia il Nettuno furono danneggiate durante la rivoluzione del 1848, e quindi sostituite con due copie. Oggi gli originali montorsoliani si trovano al Museo Regionale.

Stele dell’Immacolata di Giuseppe Buceti

Realizzata dallo scultore Giuseppe Buceti nel 1758, la scultura fu solennemente inaugurata alla presenza del Clero, del Senato e delle numerose Confraternite cittadine, come omaggio al culto dell’Immacolata. Sulla base quadrata si innalzano quattro potenti volute scandite da cornici contenenti iscrizioni votive. Ai vertici del tronco di piramide quattro puttini reggono in mano fiori di bronzo. Sopra di essi quattro piccole volute sostengono il globo decorato da segni dello zodiaco, e da un serpente che insidia il tallone della figura avvolta in un esuberante panneggio barocco.

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