Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Tra le prime officine di makers della città, Salotto Creativo ospita una produzione artigianale di ceramiche, borse, oggetti di design e arredamento.

La storia narra le vicende di Lia, una tartaruga che non conosce il mondo, ma la cui voglia di esplorarlo è tale da farle valicare il limite delle sue piccole dimensioni. Intorno al concetto di “esplorazione” si innestano percorsi sollecitanti le abilità visivo-esplorative del bambino/ragazzo nei quali le immagini non sono interferenze, ma detonatori di processi di prosecuzione fantastica della lettura.

Ubicato a 500 metri sopra il livello del mare, in località Calvaruso, Forte Campone è stato inaugurato il 31 dicembre del 1889. Distante quasi quattro chilometri dalla costa, il forte è oggi in ottimo stato di conservazione. Dotato di ponte levatoio e fossato, la fortezza possedeva un armamento di sei cannoni cui si accede attraverso due rampe. Il forte è stato teatro di un tragico delitto di mafia quando, nel 1985, l'appena diciassettenne Graziella Campagna venne uccisa dalla mafia per aver fortutamente scoperto alcune informazioni relative alla latitanza di un boss.

Prende il nome dalla “Sacra Miliza dei Verdi”, confraternita fondata nel XI secolo da Porzio Cataldo che si occupava di somministrare la comunione ai moribondi difendendo i fedeli dagli assalti degli arabi, allora dominatori della città. I Verdi erano così chiamati perché indossavano abiti di questo colore, peraltro sacro ai saraceni.

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