Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Giufà è il “folle”, lo “scemo del villaggio”. Figura mitica dell’immaginario popolare siciliano di origine probabilmente araba, Giufà è al centro di numerosi racconti orali ancora oggi tramandati. Uno di questi, forse il più celebre, racconta di una raccomandazione della madre di Giufà interpretata letteralmente dal giovane tonto. Con il suo segno graffiante e dinamico, Michela De Domenico interpreta il giovane Giufà faticosamente in ascesa in uno scenario urbano che ricorda la Messina pre terremoto della Scalinata Santa Barbara.

Inaugurato nel dicembre del 2000, il monumento è stato realizzato da Francesco Cancelliere, mecenate e gallerista che, sotto lo pseudonimo di Cafra, vanta anche una carriera di pittore e scultore. Il grande tondo in bronzo è un’allegoria del lavoro, nello stile sintetico e arcaico caro a molta arte pubblica praticata, non solo in Italia, nei primi trent’anni del Novecento.

Prende il nome dall’ingegnere Severino Grattoni (1815 – 1876), autore del traforo del Frejus, la prima galleria di grandi dimensioni realizzata all’interno di una montagna (1844).

Preparato nell’estate del 1933, il cartone faceva parte di un corpus di disegni, bozzetti e piccoli saggi destinati alla valutazione della commissione ministeriale nominata dalla Direzione generale dell’Antichità e delle Belle Arti allo scopo di selezionare il successore di Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – Roma 1932), morto durante la realizzazione dei bozzetti per la decorazione musiva del ricostruito duomo di Messina. L’opera, in scala 1:1, era una prova della teoria di Angeli delle Litanie Lauretane che avrebbero dovuto decorare la navata centrale e che, di fatto, furono poi realizzati, solo in parte, da Giulio Bargellini (Firenze 1875 – Roma1936) e Pietro Gaudenzi (Genova 1880 – Anticoli Corrado 1955). 

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