PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
CONTENUTI IN EVIDENZA
Lo storico Diodoro Siculo narra che il gigante Orione sia stato il costruttore della città di Messina e del tempio che, a Capo Peloro, egli aveva egli aveva dedicato al a Nettuno, il dio dei mari. Riprendendo l’iconografia del Montorsoli per il personaggio di Orione nella fontana di Piazza Duomo, Vanfiori immortala il mitologico personaggio in un ironico giro in giostra in compagna del fedele cane Sirio e di un bambino obeso, grottesca metafora della condizione umana nella nostra epoca. Da notare la toccante dedica di Vanfiori al “popolo di Provinciale”.
Prende il nome dell’insigne umanista e scienziato Francesco Maurolico (1494 – 1575), figura assai nota al suo tempo per la versatilità del genio e la vastità della sua erudizione. Autore di molte opere, il suo lavoro più importante è considerato il Sicanicarum rerum compendium (1562). I suoi resti si trovano oggi nella chiesa di San Giovanni di Malta.
La fontana venne realizzata dall’architetto messinese Cesare Falconieri nel 1842. Prima del terremoto del 1908 occupava lo spazio della Piazza Ottagona, oggi Filippo Juvarra, tuttavia, venne collocata nella sua attuale posizione solo nel 1957. L’opera,di impianto neoclassico e ricca di riferimenti all’opera del Montorsoli in città, è costituita da una vasca marmorea attorniata da quattro figure in ghisa poste su podi cubici. Le sculture hanno faccia di leone, uomo, delfino e grifone, e da esse sgorga l’acqua che ricade sulle eleganti tazze sottostanti. Al centro della vasca è posto un basamento a croce, decorato da festoni, dal quale si erge una stele istoriata da festoni e grottesche di impronta manierista. La stele è sormontata da un bel capitello con motivi floreali su cui è posta una tazza ellittica, dal quale si erge un capitello con motivi acantifori e che, a sua volta, regge una coppa più piccola da quale si alza un pennacchio composto da due conchiglie e motivi floreali.
La Dogana fu progettata dall’architetto Luigi Lo Cascio che era, in quel periodo, un funzionario del Genio Civile di Messina. L’appalto venne affidato alla Federazione delle Cooperative di Ravenna che diede inizio alla costruzione nel 1912 e la ultimò dopo circa due anni. Il progetto dell’architetto Lo Cascio prevedeva la suddivisione dell’edificio in più blocchi tra loro collegati che avrebbero potuto ottemperare alle necessità del porto al cui servizio era realizzato l’edificio. Il complesso architettonico si articola in una palazzina a due piani nella quale sono localizzati gli uffici, affiancata da altri corpi di fabbrica ad unica elevazione destinati a magazzini.