PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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"Il Tempo che scopre la verità e Messina che incantata dalla luce di questa, si avanza per abbracciarla" è un gruppo scultoreo realizzato da Saro Zagari intorno al 1865, come decorazione del vecchio teatro S. Elisabetta, denominato nel 1860 Teatro Vittorio Emanuele II. Per per il prospetto principale Zagari realizzò sedici profili di commediografi e musicisti. Il gruppo scultoreo del “Tempo” venne realizzato a Roma, e poi trasportato via mare fino a Messina, dove è stato innalzato sulla sommità del Teatro, superando indenne anche la terribile prova del terremoto.

La basilica cattedrale della città di Messina è stata fondata dal Gran Conte Ruggero in epoca normanna, per poi essere consacrata da Enrico VI e Costanza d’Altavilla nel 1197. Il duomo ha subito numerosi rimaneggiamenti, a seguito di eventi e calamità. L’ultima ricostruzione risale al 1929, quando la basilica fu ricostruita dall’architetto Francesco Valenti. La chiesa ha pianta basilicale, con tre navate, transetto e tre absidi riccamente decorate da mosaici risalenti al XIV sec.

L’opera realizzata nel 1475, come iscritto dallo stesso pittore nel cartiglio in basso a sinistra, incrocia l’iconografia fiamminga della Crocifissione con le vedute paesaggistiche tipiche di Venezia, città nella quale si trovava Antonello in quell’anno. Tuttavia, il paesaggio descritto da Antonello sembrerebbe proprio quello dello Stretto di Messina visto dalle alture di Camaro con in alto a destra la fortezza medievale di Matagrifone.

Progettato dall’architetto gesuita Natale da Masuccio nel 1616, il monumento risente del manierismo toscano importato a Messina dallo scultore Andrea Calamech, ricco di contrasti tra masse, volumi e curiosi effetti spaziali. Al 1741 risale la monumentale scalinata scenografica realizzata da Antonino Basile e Placido Campolo, mentre Ignazio Buceti è l’autore de “L’Abbondanza”, la fonte marmorea dalle forme muliebri al centro della scalea. Oggi il Monte è gestito dalla Provincia Regionale di Messia e ospita mostre ed eventi artistici.
