PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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La fontana celebra la costruzione dell' acquedotto pubblico della città, ideato da Francesco La Cameola nel 1530 e inaugurato solennemente nel 1547. Il maestoso gruppo scultoreo venne realizzato da Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo, forse su programma iconografico ideato dall’umanista e scienziato Francesco Maurolico, tra il 1551 e il 1553. Presenta una struttura piramidale con in alto Orione, mitico fondatore della città, con il cane Sirio. Sotto di esso, quattro puttini cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nella tazza sottostante. La prima tazza è sostenuta da un bellissimo gruppo di Naiadi, mentre la seconda è retta da uno splendido gruppo di Tritoni. La grande vasca dodecagonale è sormontata da quattro statue raffiguranti: Il Nilo, il Tevere, L' Ebro e il Camaro, il fiume che alimentava l' acquedotto civico. Otto mostri acquatici in pietra lavica adornano la vasca, mentre al Maurolico appartengono i distici latini incisi sopra i bassorilievi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Inaugurato nel dicembre del 2000, il monumento è stato realizzato da Francesco Cancelliere, mecenate e gallerista che, sotto lo pseudonimo di Cafra, vanta anche una carriera di pittore e scultore. Il grande tondo in bronzo è un’allegoria del lavoro, nello stile sintetico e arcaico caro a molta arte pubblica praticata, non solo in Italia, nei primi trent’anni del Novecento.

Dopo il terremoto, il Palazzo di Giustizia doveva essere velocemente ricostruito per ovvi motivi di continuità nell’esercizio delle funzioni giudiziarie. L’incarico fu affidato a Marcello Piacentini che elaborò un primo progetto di massima da sottoporre, come richiesto dalla normativa dell’epoca, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per una approvazione preventiva che doveva tenere conto delle deroghe alla normativa antisismica previste per gli edifici pubblici che dovevano assurgere al rango di punti focali aventi carattere di monumentalità in una città caratterizzata da altezze limitate ed una sostanziale uniformità di materiali e tecniche di realizzazione. L’architetto Piacentini presentò il progetto il 28 settembre del 1912 che fu discusso al Consiglio Superiore dei LL.PP. tra novembre e marzo dell’anno successivo con l’apporto di alcune modifiche alle previsioni di spesa. I lavori furono iniziati prima della grande guerra ma rimasero sostanzialmente fermi alle fondazioni dell’edificio per la crisi economica che ne conseguì.

Il Borgo della Bozzetta era ubicato ad ovest della città lungo l’omonimo torrente che discendeva dall’attuale contrada Scoppo. Si trattava di uno dei borghi storici che, pur all’esterno delle mura cittadine fruivano degli sgravi fiscali conformemente alle aree interne della città.
