PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Concepito da Leone Savoja, l’ideatore del Cimitero Monumentale, la grande architettura doveva ospitare gli uomini illustri della città. Tuttavia, la morte del Savoja impedì il suo completamento, mentre il terremoto del 1908 inflesse gravi danni ancora oggi visibili. Il colonnato dalle forme neoclassiche costituisce il percorso d’accesso alle cappelle e ai monumenti degli uomini illustri, tra cui Giuseppe La Farina, Felice Bisazza e Giuseppe Natoli.
Girato in parte a Messina, Mare matto è un film di produzione italo-francese del 1963, diretto da Renato Castellani, con Gina Lollobrigida, Jean-Paul Belmondo, Lamberto Maggiorani, Tomas Milian, fotografia di Toni Secchi, sceneggiatura di Castellani, Piero Bernardi, Leo Benvenuti, musiche di Carlo Rustichelli e Nino Rota. Al centro della storia, la vita dura della gente di mare, umile e coraggiosa, ma anche allegra e scanzonata. In origine gli episodi erano oltre la decina; Castellani voleva farne un film libero, svincolato dalle convenzioni, ma al montaggio il produttore Cristaldi lo fece drasticamente tagliare.
Venne eretta nel 1555 su progetto di Giovanni Angelo Montorsoli per sostituire un’antica torre medievale. Il massiccio edificio dalla peculiare forma tronco conica è strutturato in tre distinti spazi collegati da una scala a chiocciola ricavata nello spessore delle mura. La lanterna ha doppia funzione: quella di faro costiero e quella di baluardo difensivo, come indicano chiaramente le sue forme imponenti e massicce. nella Nella seconda metà dell’Ottocento, l’aggiunta del corpo ottagonale sulla sommità portò la torre all’altezza quaranta due metri modificando l’antico design montorsoliano ma non le condizioni generali dell’edificio, sopravvissuto indenne a numerosi terremoti. Il suo funzionamento fu sovvenzionata dai messinesi con un’apposita gabella prima di passare sotto il controllo della Marina Regia nel 1911.
L’opera appartiene all’ultima produzione dell’artista messinese. Presentata alla mostra Terradimezzo tenuta nel 2010 alla galleria Fortunarte, la tela consente uno sguardo globale sull’opera di Mariella Marini e le connessioni della sua esperienza con le altre produzioni artistiche locali. Prova informale e materica di grande eleganza, Terradimezzo rimanda inevitabilmente alla sensibilità calcografica della Marini e all’idea che ogni incisore ha della lastra come spazio di formazione dell’immagine all’interno della materia.





