PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Il Cenobio, costruzione in stile neogotico dell’architetto Giacomo Fiore (1808 – 1893), rappresenta il culmine architettonico del percorso progettato da Leone Savoja, architetto autore del progetto del Gran Camposanto. Lo slancio metafisico delle sue forme segue la celebrazione degli eroi laici del Famedio, costituendo una sorta di ponte simbolico verso il divino. Suggestiva anche la spianata che ospita l’edificio, ricca di esempi eccellenti di scultura funeraria di fine Ottocento e inizi Novecento.
Il Forte S.Giorgio faceva parte del circuito fortificato della città realizzato come ampliamento della cinta normanna e comprendeva al suo interno il Piano di Terranova. Il bastione detto Forte S.Giorgio fu parzialmente demolito per essere inglobato nelle fortificazioni della Cittadella, volute dal governo spagnolo dopo la rivaolta del 1674-78.
Il nuovo Palazzo del Governo fu progettato da Cesare Bazzani nel sito nel quale sorgeva il precedente edificio. L’esecuzione dell’edificio fu appaltata alla Federazione delle Società Cooperative di Ravenna nel 1913 che concluse i lavori nel 1915. L’esterno dell’edificio mostra un corpo centrale nel quale è l’ingresso, le cui masse che lo compongono risultano gerarchizzare lo spazio in profondità attraverso un sistema di leggeri avanzamenti del balcone e delle altre masse murarie rispetto alla sagoma dell’edificio così da garantirne la monumentalità pur senza impiegare grandi altezze dei prospetti, il cui sviluppo doveva rispettare i limiti imposti dalla normativa antisismica. I volumi sono riunificati da una zoccolatura in lastre di marmo integrata da parti in stucco che, in corrispondenza delle due soluzioni d’angolo che sottendono ad una sagoma ottagonale lungo la via Garibaldi, evidenziano l’importanza dell’architettura con intonaci decorativi in stucco cementizio.
I due autori siciliani riproducono fedelmente le vicende di questo piccolo grande uomo animato dalla scomoda smania di ribellione e che diviene vero e proprio combattente-simbolo contro la mafia in Sicilia negli anni ’70.