PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Denominata per commemorare Camillo Benso Conte di Cavour (1810 - 1861), artefice dell’Unità d’Italia, anticamente la via prendeva il nome dei borghi che attraversava: Manna, Torciari, degli Uccellatori, Della Correria etc.

Preparato nell’estate del 1933, il cartone faceva parte di un corpus di disegni, bozzetti e piccoli saggi destinati alla valutazione della commissione ministeriale nominata dalla Direzione generale dell’Antichità e delle Belle Arti allo scopo di selezionare il successore di Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – Roma 1932), morto durante la realizzazione dei bozzetti per la decorazione musiva del ricostruito duomo di Messina. L’opera, in scala 1:1, era una prova della teoria di Angeli delle Litanie Lauretane che avrebbero dovuto decorare la navata centrale e che, di fatto, furono poi realizzati, solo in parte, da Giulio Bargellini (Firenze 1875 – Roma1936) e Pietro Gaudenzi (Genova 1880 – Anticoli Corrado 1955).

Le origini della Fiera di Messina sono da ricercare nella fiera del Santo Sepolcro, istituita da Federico II nel 1296 e che, fino al XV secolo, risulta essere una delle più importanti fiere d'Italia. Nella seconda metà del XIX secolo l'istituzione assume un importante ruolo alla luce delle nuove rotte del Mediterraneo alla luce dell'apertura del Canale di Suez.

L’opera composta di 143 pannelli assemblati da Guttuso direttamente nel suo studio, fu commissionata dall’allora consulente del teatro Giacchino Lanza Tomasi. Con una superficie di 130 metri quadri, è la più grande realizzata dal maestro di Bagheria, e una delle sue ultime opere. Installata sulla volta del Teatro Vittorio Emanuele, suggella la discussa e lunghissima ricostruzione del massimo teatro cittadino.
